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TUTTO È COMINCIATO COSÌ ...

Tutto è cominciato con G. Verdi e il “brindisi” della Traviata nel “lontano” (ma non troppo …) 2002: io, come pianista di un concerto dell’Associazione Transplant, accompagnavo senza saperlo quello che di li a poco sarebbe diventato il coro che avrebbe scandito quasi tutti i lunedì, e mercoledì (giorni di prova) e tutte le feste comandate (o quasi) dei successivi dodici anni.

Era da tempo che non mi cimentavo nella direzione di un coro, essendo cantante professionista (sono titolare tenore nel coro del Teatro alla Scala di Milano) e pianista accompagnatore di cantanti lirici.

 
 

In precedenza però mi ero occupato della conduzione di cori amatoriali, e un po’ per nostalgia e un po’ per il piacere di tornare a svolgere ancora questa mansione, quando Elena Benagli mi contattò per chiedermi se avessi voluto dirigere il coro Vos dra Capriasca/Santo Stefano nel frattempo rimasto orfano di maestro, accettai.

Un coro amatoriale è composto da tante persone con caratteri e culture diverse ma che hanno una passione in comune: la voglia di cantare, anche se passione e doti per farlo (soprattutto insieme ...!) molto spesso non sono sullo stesso piano !...

Quindi il compito del maestro è da una parte stimolare e mantenere inalterata questa passione e dall’altra comunicare e far attecchire (con tatto e fantasia) le nozioni tecnico-musical/vocali necessarie a chi, in molti casi non ne vuole sapere!.

Ore di prove e bracci di ferro estenuanti ripetendo tante e tante volte le stesse cose ma con parole ed esempi sempre diversi... ”Prendere il fiato prima di ogni frase!...“, “ il suono va appoggiato con il diaframma...” , “la scala musicale sale (o scende) ma i suoni rimangono sempre nello stesso punto...”, ”questo suono è troppo forte!”, “ questo non si sente!”, “è troppo lento!”, ”non andate a tempo!”, “aprite le bocche!”, “chiudete le vocali!” ... ma anche: “siete stati bravissimi!”, “mi avete commosso!” ecc ... ecc ...

Comunque devo sottolineare anche una certa dose di pazienza e “sottomissione” da parte dei miei coristi, sottoposti a volte ad sessioni di lavoro davvero estenuanti e per questo li ringrazio di cuore! È vero che da un certo tempo utilizzo una mia innata vena umoristica (un po’ di allegria non guasta mai) per spiegare loro le cose... e cosi scaturiscono le cosiddette “battute paoline”... raccolte ormai in simpatici volumetti che stanno ormai valicando pericolosamente la Capriasca ...!

È tempo però di chiudere questo mio breve scritto che ha voluto solo raccogliere qualche impressione qua e là ricordando ... i meravigliosi concerti di Natale ...! Le stupende trasferte: Hergisvil, Weinfelden, Ripatransone nelle Marche, Roma ..., i memorabili concerti di primavera ...!, le moltissime SS. Messe celebrate dal pazientissimo Don Erico che ringrazio con tutto il cuore!!!!..., i concorsi,... il nostro amatissimo e meraviglioso De Marzi: senza di lui e la sua musica il coro non sarebbe lo stesso! Ringrazio poi tutti i cori che ci hanno affiancato (non li menzioni tutti per non dimenticarne!), gli ex coristi, e tutti gli amici che ci seguono con entusiasmo...

Con la promessa di approfondire questi argomenti nel prossimo 90°.

Paolo Sala, il Maestro


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